
Viviana, la promoter
La prima volta che l’abbiamo incontrata era Luglio e i caldi raggi del sole entravano dalle finestrone dell’ufficio della Cooperativa, un ventilatore scompigliava le grandi cartellette che Giovanni ha perennemente sulla sua scrivania.
L’impressione che dava era di una bellezza composta.
Di buone maniere, cortese ma che lascia sempre una certa distanza.
Poi capita che ci sentiamo al telefono per rifinire i dettagli per lo spettacolo che andrà in scena il primo Ottobre nel teatro dove lei lavora.
Mentre siamo al telefono ci viene in mente che sarebbe bello che anche quel teatro, che è un pezzo importante della storia del quartiere, venisse rappresentato in qualche modo.
Glielo chiediamo.
E per la prima volta la sento sorridere.
Un sorriso che riesce arrivare al di là di una cornetta telefonica è un sorriso profondo.
Arriviamo lì in orario e ci accoglie nelle segrete del teatro.
Ci racconta molte cose, tanto che è difficile fermarla, è un fiume in piena, pronta a restituire tutto quello che ha raccolto nella vita. Il teatro, il quartiere, e le signore che parlano in milanese dal dottore.
E, fateci caso, quando racconta della grande famiglia che sono i loft della Richard Ginori, sorride.
Lo si può capire anche senza vederla.